Contratto 2022 – 2024: Quali risorse e quali prospettive?
Facciamo il punto della situazione relativo al rinnovo contratto 2022-2024.
Il Presidente del Consiglio, nel corso della conferenza stampa per la presentazione della Manovra Economica, ha dichiarato che il rinnovo del contratto del Comparto Difesa e Sicurezza è prioritario. Preso atto di questo intendimento, il SIAM, grazie alla collaborazione del SILF ed al lavoro dei nostri esperti, ha analizzato i dati oggettivi, attualmente disponibili, per valutare quali sono le risorse effettivamente a disposizione.
Per avere un quadro di riferimento più chiaro prendiamo come parametro di confronto le risorse stanziate a regime per il precedente contratto del pubblico impiego 2019-2021 (a decorrere dal 2021). Esse sono state 3,375 miliardi di euro (a cui vanno aggiunti 117 milioni di euro dedicati al solo Comparto Sicurezza e Difesa) che hanno prodotto un incremento medio delle retribuzioni pari al 4,2%, a fronte di un indice IPCA al netto degli energetici importati, cumulato nel 2019-2021, pari al 2,2% (fonte ISTAT - dato consolidato).
Per il rinnovo del comparto del pubblico impiego, invece, abbiamo disponibili complessivamente 5 miliardi di euro a decorrere dall’anno 2024 (di cui 2 miliardi anticipati nel 2023) e ulteriori 2,5 miliardi di euro per il solo Comparto Salute (fonte DPB 2024, pagina 12, pubblicato sul sito del MEF).
Nello specifico, i due miliardi di risorse da stanziare con la legge di bilancio 2024 e da utilizzare nel 2023 sono già stati impiegati per finanziare l’incremento retroattivo dell’Indennità di Vacanza Contrattuale (I.V.C.) pari a 6,7 volte l’importo annuale del 2023, che dovrebbe essere corrisposto in un'unica soluzione nella busta paga di dicembre 2023 (fonte art. 3 D.L. 18 ottobre 2023, n. 145 appena pubblicato in G.U.), secondo le misure riportate nella nostra tabella allegata.
Va sottolineato che questa I.V.C. maggiorata si applica al solo 2023, pertanto, nel prossimo anno il personale tornerà a percepire il valore ridotto rispetto a quello percepito fino ad oggi. Inoltre, sempre la suddetta maggiorazione dell’I.V.C., verrà scalata dagli arretrati del prossimo contratto.
Detto questo, le risorse complessive appostate per il rinnovo del contratto del pubblico impiego 2022-2024 ammonterebbero complessivamente a:
− 0,31 miliardi di euro per il 2022 (art. 1 comma 609 legge 30 dicembre 2021, n. 234), già impiegati per finanziare l’importo ordinario dell’I.V.C.;
− 3,5 miliardi di euro per il 2023 (art. 1 comma 609 legge 30 dicembre 2021, n. 234, art. 1 comma 330 legge 29 dicembre 2022, n. 197 e art. 3 D.L. 18 ottobre 2023, n. 145), già impiegati per finanziare sia la maggiorazione dell’I.V.C. (maggiorata di 6.7 volte per il 2023) che la misura “Una Tantum 2023” percepita nell’anno corrente;
− rimangono quindi 3 miliardi di euro per il 2024 e 5 miliardi di euro a decorrere dal 2025 (previsti da precedenti autorizzazioni di spesa e dalla prossima legge di bilancio), di cui oltre 2 miliardi già impiegati per finanziare la nuova I.V.C. maggiorata di 6.7 volte del 2023;
− a questi importi, infine, vanno aggiunti i 2,5 miliardi di euro per il solo Comparto Sanità (previsti nella prossima legge di bilancio).
Come è del tutto evidente, come SIAM riteniamo che, in raffronto anche a quanto appostato per il precedente contratto, gli stanziamenti attualmente previsti e annunciati per il rinnovo 2022-2024 siano del tutto insufficienti a compensare l’attuale perdita del potere di acquisto degli stipendi, atteso che l’IPCA, al netto degli energetici importati per il solo 2022, ha previsto un 6,6% (fonte ISTAT). Il tutto in un contesto di inflazione attestato all’ 8,1%.
Non è tutto. La decisione unilaterale del Governo, di incrementare l’ I.V.C. e di rivedere la misura dell’indennità per lavoro straordinario del personale non dirigente, finisce per svilire e svuotare la prossima negoziazione per il rinnovo di contratto, dato che le risorse che rimarranno a disposizione per la contrattazione saranno decisamente ridotte rispetto alle esigenze del Comparto Difesa e Sicurezza. Risorse che erogate con queste dinamiche potrebbero dare l’illusione di un Governo che eroga benefici economici aggiuntivi, quando invece tratta semplicemente dell’anticipo dei soldi previsti per il rinnovo del contratto.
Inoltre, ribadiamo la nostra perplessità rispetto al fatto che si voglia dare priorità all’incremento di una misura discrezionale e discriminante quale è lo straordinario, che nel Comparto Difesa finisce prevalentemente nelle tasche del personale dirigente.
Occorre quindi uno sforzo maggiore per sostenere un settore come il pubblico impiego che, al di là di tutto, è di fatto il motore economico del Paese.