VACCINI ANTI-COVID PER I MILITARI: NON ESISTE OBBLIGO IMPLICITO. LO STATO MAGGIORE CHIARISCA

18-01-2021

La questione delle vaccinazioni anti-Covid è certamente il tema del momento in tutto il Paese e quindi anche negli ambienti militari si discute molto del tema, considerate le indiscrezioni sorte ultimamente in ordine ad una ipotetica obbligatorietà della vaccinazione basate, per di più, su una non corretta interpretazione di una recente circolare del Comando Logistico dell’Aeronautica del 28 dicembre scorso.

In realtà, queste preoccupazioni non sono sostenute da nessun dato oggettivo né, tanto meno, suffragate da una normativa in materia. 
 
Vediamo perché non c’è bisogno di preoccuparsi. Almeno per ora.
 
Allo stato attuale, come noto, non esiste alcuna norma che imponga al personale militare l’obbligo di vaccinarsi (sia vaccini in generale che vaccini anti-Covid).
Seppur verrebbe naturale immaginare che nel prossimo futuro tale obbligo potrà essere imposto per legge, considerati i risvolti sanitari, economici e sociali del protrarsi dell’emergenza pandemica, tuttavia ad oggi non è così. Unica cosa certa, al momento, è la priorità assegnata dal Ministero della Salute per la somministrazione del vaccino anti-Covid ad alcune categorie di cittadini e agli operatori del comparto sanità.
 
Ciò detto, il SIAM ritiene importante analizzare e tenere conto delle preoccupazioni avanzate sia dal personale che dalla politica nelle sedi istituzionali attraverso alcune interrogazioni presentate di recente. Tali preoccupazioni si riferiscono prevalentemente al potenziale rischio dovuto alla comune convinzione che un iter di approvazione accelerato del vaccino, come avvenuto in questo caso di emergenza sanitaria mondiale, possa generare effetti collaterali inattesi e potenzialmente dannosi per alcuni. Preoccupazioni senza dubbio legittime non supportate, al momento, da dati oggettivi.
 
Il SIAM sente quindi la necessità di chiarire che attualmente non vi è nessun obbligo in capo ai militari di sottoporsi ad una vaccinazione con un farmaco che non è neanche citato nei protocolli vaccinali standard previsti dalla direttiva interna di IGESAN.
 
Infatti, la direttiva in questione, che tratta dei protocolli vaccinali per l’invio in determinate missioni nazionali ed internazionali, non impone di per sé un obbligo generalizzato, bensì individua specifiche condizioni di impiego del personale militare ove la vaccinazione è resa necessaria, quindi obbligatoria, in linea con l'articolo 206-bis del Codice dell'ordinamento militare.
Inoltre, impone precisi protocolli modulati in base al rischio effettivo e alla tipologia stessa della missione, oltre che imporre procedure meticolose di somministrazione che, tuttavia, non sempre vengono rispettate dalle infermerie militari; per esempio, non sempre viene fatta un’attenta e precisa anamnesi vaccinale, nonché un preciso e consapevole “consenso informato” sulle vaccinazioni e sugli eventuali effetti collaterali, spesso fatte in maniera frettolosa e poco precisa. 
 
A tal riguardo, appare opportuno sottolineare che trattandosi di un ordine militare, il concetto di "consenso informato" risulta inopportuno poichè se trattasi di ordine, è un ossimoro chiedere il consenso per lo stesso, come per qualsiasi ordine. La logica impone che sia l'amministrazione ad assumersi tutte le responsabilità del caso inerenti le  profilassi vaccinali imposte e non viceversa come invece oggi avviene!
In punta di diritto, quindi, un militare non può rifiutare l'ordine di vaccinarsi poichè impiegato in un determinato e specifico contesto operativo ma può rifiutare di firmare il proprio consenso informato su tutti i rischi connessi alla vaccinazione e, soprattutto esonerare l'amministrazione (che da l'ordine) da ogni responsabilità.
 
Quindi, alla base di tutto l’art. 206-bis del D. Lgs 66/2010 (C.O.M.) non lascia margine alcuno per una vaccinazione indiscriminata che prescinda dall’effettivo impiego di ciascun militare in una particolare e individuata condizione operativa o di servizio. 
 
La circolare del Comando Logistico, citata in precedenza, è corretta nei contenuti ma purtroppo inopportuna nella tempistica, poiché emanata proprio nel momento in cui la massima attenzione dell'opinione pubblica era ed è tutt'ora concentrata sul vaccino anti-Covid. Ciò ha ingenerato in molti confusione e preoccupazione, poiché viene quasi naturale pensare che la stessa parli del vaccino anti-Covid mentre invece si riferisce a tutt'altro.
Insomma, l’obbligatorietà del vaccino anti-Covid per i militari dovrà rientrare (come gli altri) esclusivamente nei casi previsti dall’articolo 206 del Codice dell’ordinamento militare e cioè per particolari e individuate condizioni operative di servizio.
 
Va da sé, quindi, che nessun militare potrà essere obbligato a sottoporsi alle vaccinazioni se non necessariamente inserito in un contesto operativo specifico, ben individuato e soprattutto reale. 
 
In tal senso, in questi giorni, abbiamo avuto notizia di alcuni reparti dell'Aeronautica che vorrebbero obbligare il personale a sottoporsi ai protocolli vaccinali seppur non impiegati in contesti operativi e, addirittura, in procinto di andare in pensione,  disapplicando totalmente l'articolo 206-bis del COM!
 
Ipotesi che il SIAM bolla subito come illegittima, invitando lo Stato Maggiore Aeronautica a porre immediatamente in essere azioni di controllo e di indirizzo più stringenti e chiare, nonché emanare quanto prima una circolare che chiarisca inequivocabilmente il rispetto delle norme in vigore e che metta in atto azioni che possano mitigare le perplessità e le preoccupazioni sorte nel personale militare a seguito dell'emanazione della circolare del Comando Logistico.

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