Novità sugli adeguamenti dei requisiti pensionistici
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La Direzione Generale del Personale Militare, con la circolare M_D AB05933 REG2024 0399795 del 05 luglio scorso, ha voluto mettere un freno alle voci di “corridoio” che, non poco, hanno fatto preoccupare i colleghi prossimi alla pensione.
La DGPM ha infatti specificato che per il biennio 2025/2026 non ci sarà alcun incremento dell’età pensionabile. Rimane quindi invariato il requisito per l’accesso alla pensione di anzianità di servizio minima a 42 anni e 3 mesi e, chiaramente rimane invariato anche il requisito del limite d’età per il personale militare.
Occorre però ricordare che il meccanismo dell’adeguamento alla speranza di vita ha un duplice effetto. Esso infatti da un lato incide sul requisito temporale (contribuzione minima per l’accesso al trattamento pensionistico, che come abbiamo visto rimane invariato), dall’altro modifica la misura dell’importo pensionistico spettante.
Questo avviene attraverso la revisione dei coefficienti di trasformazione del montante contributivo, i quali vengono aggiornati proporzionalmente agli adeguamenti della speranza di vita, riducendosi progressivamente in misura tale da compensare l'effetto "positivo" dell’aumento dell’età media.
Nonostante questo duplice effetto sia stato parzialmente “congelato” con il decreto del 18/7/2023 del M.E.F., da uno studio effettuato il SIAM ha stimato che ci sarà una revisione a ribasso dei coefficienti, in linea con la media dei bienni precedenti al COVID.
Pertanto prevediamo Ciò comporterebbe una perdita di circa 20-30 € mensili netti per una pensione con il sistema misto con decorrenza 2025-2026.
Proprio in virtù di questa variabilità invitiamo i colleghi a rivolgersi al servizio di assistenza pensionistico del SIAM, che consente di definire con estrema precisione il quadro previdenziale di ciascuno e di fare la scelta più giusta sia in termini di tempistiche in cui cessare dal servizio attivo, sia per quali opzioni previdenziali convenga optare.
