Bonus mamme lavoratrici: Tra discriminazioni e incertezze.
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Il “bonus mamme lavoratrici” è un provvedimento introdotto dalla Legge di Bilancio 2024 che sostiene solo alcune madri lavoratrici, in possesso degli specifici requisiti previsti da norma. Le madri militari beneficiarie, a tutt’oggi, non percepiscono il bonus, ignorano come presentare richiesta e non trovano riscontri né presso i Servizi Amministrativi dei Reparti di impiego né inoltrando quesiti al sistema NOIPA.
Il bonus mamme lavoratrici è un esonero del 100% dal versamento dei contributi previdenziali per le mamme lavoratrici di due o più figli, fino ad un massimo di 3000 euro annui, ripartiti su base mensile. Il provvedimento nasce per sostenere le madri lavoratrici nel difficile compito di coniugare lavoro e famiglia e, di conseguenza, per contrastare il problema della denatalità. Ciononostante, non spetta a tutte. L’esonero spetta alle lavoratrici madri di almeno due figli (anche in adozione o in affido) in servizio permanente, fino al 31.12.2026 per le mamme con 3 o più figli di cui almeno uno minorenne e fino al 31.12.2024 per le mamme con 2 figli di cui almeno uno di età inferiore a 10 anni.
L’esonero non spetta a tutte quelle mamme lavoratrici che hanno un solo figlio, persino se disabile, o che non sono ancora in servizio permanente, ossia il personale in Ferma e Rafferma. Un’esclusione che essenzialmente rappresenta una forma di discriminazione attuata nei confronti di alcune mamme lavoratrici, sulla base del numero dei figli e del rapporto di servizio.
Per le madri militari beneficiarie, il bonus risulta vantaggioso perché aumenta lo sconto contributivo dal tradizionale 6-7% al 9,19% e quindi comporta più soldi in busta paga a seconda del livello effettivo della retribuzione. L’Ufficio Parlamentare di Bilancio ha stimato un aumento fino ad un massimo di 1700 euro netti all’anno, nel caso di retribuzione lorda di 27.500 euro, valore che resta pressoché costante per le retribuzioni superiori.
L’esonero è visibile direttamente in cedolino e comporta un aumento del reddito imponibile e, di conseguenza, un aumento delle imposte, ma non comporta penalizzazioni sull’assegno pensionistico (comma 182 dell’art.1 della legge di Bilancio 2024).
La decontribuzione spetta a partire da gennaio 2024 per le madri militari che soddisfano i requisiti richiesti in tale data, anche se la domanda viene presentata nei mesi successivi. Nel caso in cui l’evento che dà diritto all’esonero si verifichi durante l’anno (nascita del secondo o ulteriore figlio o passaggio in servizio permanente), l’esonero spetta a partire dal mese in cui si verifica l’evento stesso. Ciò significa che le madri militari, a cui spetta il riconoscimento del bonus, non perderanno il beneficio relativo ai mesi di gennaio e febbraio, poiché è prevista la possibilità di recuperare lo sgravio non monetizzato attraverso un conguaglio.
Resta però il dubbio sul come richiedere il bonus.
La circolare dell’INPS, che attua la normativa sull’esonero contributivo per le madri lavoratrici, pubblicata il 31 gennaio 2024, indica che al datore di lavoro va comunicata la volontà di usufruire dell’esonero, unitamente al numero dei figli ed ai rispettivi codici fiscali. In alternativa, la lavoratrice ha la possibilità di comunicare direttamente i codici fiscali dei figli all'INPS, tramite un applicativo appositamente predisposto, ma attualmente non ancora disponibile sul portale istituzionale dell'Ente previdenziale.
Nel caso specifico delle mamme militari beneficiarie, le modalità di richiesta e riconoscimento dell'esonero sono incerte. Non è disponibile alcun modulo ufficiale per richiedere il beneficio. I servizi Amministrativi non hanno ancora ricevuto informazioni circa gli adempimenti da assolvere per il corretto riconoscimento del beneficio. Sono ancora in corso le attività per l'adeguamento del sistema NOIPA alla misura di "Decontribuzione delle lavoratrici con figli" (art.1, commi 180-182 della Legge di Bilancio 2024) e di interpretazione della circolare INPS e le connesse modalità di attuazione.
Il SIAM ha scritto ai Vertici e al Ministero dell'Economia e delle Finanze per sollecitare un tempestivo riconoscimento del beneficio alle mamme militari interessate.