Aeronautica: Basi piene e Lavoro Agile per pochi. Il SIAM scrive al Capo di SMA

18-03-2021

Con i nuovi provvedimenti del Governo che hanno determinato la chiusura delle scuole in molte zone d’Italia, torna a riproporsi con forza il problema di molti colleghi che si ritrovano a dover accudire i figli impegnati nella “Didattica a Distanza”.

 
La normativa emergenziale in vigore conferma lo svolgimento della prestazione lavorativa in modalità agile (smart working) quale strumento principale cui attingere per la risoluzione del problema nei confronti del personale dipendente “genitore”.
 
Infatti, il DPCM recita testualmente: Le Pubbliche Amministrazioni assicurano le percentuali più elevate possibili di lavoro agile, compatibili con le potenzialità organizzative e comunque in misura non inferiore alla percentuale del 50% del personale impiegato nelle attività che possono essere svolte in tale modalità. Nei confronti dei dipendenti con figli conviventi minori di sedici anni, in quarantena obbligatoria o in didattica a distanza, nonché di norma nei confronti dei lavoratori fragili, il dirigente adotta ogni soluzione utile ad assicurare lo svolgimento di attività in modalità agile anche attraverso l’adibizione a diversa mansione, e lo svolgimento di specifiche attività di formazione professionale. Le Pubbliche Amministrazioni dispongono una differenziazione dell’orario di ingresso del personale, fatto salvo il personale sanitario. In caso di attivazione delle misure previste per la “zona rossa”: i datori di lavoro pubblici limitano la presenza del personale nei luoghi di lavoro per assicurare esclusivamente le attività che ritengono indifferibili e che richiedono necessariamente tale presenza, anche in ragione della gestione dell’emergenza. Il personale non in presenza, presta la propria attività lavorativa in modalità agile.
 
Nonostante la chiarezza del decreto in questione, la facoltà lasciata alle Amministrazioni di ricorrere al lavoro agile dopo un’apposita “mappatura delle attività”, che identifichi le prestazioni assoggettabili a tale modalità lavorativa, ha di fatto ampliato fortemente la discrezionalità dei Comandanti.
 
Il risultato negativo per i colleghi di questa situazione è che il ricorso allo SMART WORKING in molti casi risulta estremamente limitato se non, addirittura, inutilizzato, determinando non solo uno stato di pericoloso affollamento nelle mense e negli uffici di molti reparti ma, anche gravi disagi a quanti hanno i figli a casa a causa della chiusura delle scuole.
 
In pratica in molti, troppi reaparti dell'Aeronautica non vi è una uniforme applicazione del DPCM e degli strumenti a tutela posti dal Governo e spesso assistiamo ad una sostanziale e totale disapplicazione del Decreto.
 
Al riguardo, notiamo che dietro a questi atteggiamenti di chiusura da parte di alcuni Comandanti spesso non ci sono oggettive esigenze di carattere operativo bensì banali convinzioni personali che, partendo dall’assunto che lo smart working è uno strumento che mal si concilia con lo status del militare o con alcune professionalità più “manuali”, li portano ad “eludere” le norme o a limitarne l’ambito di applicabilità.
 
Queste sono considerazioni personali di alcuni Comandanti non solo fuori luogo ma del tutto irrispettose delle norme in vigore la qual cosa meriterebbe una particolare attenzione da chi è preposto a far rispettare le disposizioni, specie se trattasi di amministrazione pubblica come la nostra.
 
Il risultato di questi "capricci" è nefasto e produce effetti in totale contrasto con quanto invece si sta cercando di fare a tutti i livelli per contenere la pandemia da una parte e tutelare i lavoratori e i minori dall'altra, ovvero che abbiamo reparti in zone rosse ed arancioni che lavorano a pieno regime “in presenza” e che si ritrovano a far fronte a tutta una serie di difficoltà applicative delle procedure anti-assembramento e distanziamento sociale.
 
Riteniamo queste forme di “resistenza” da parte di alcuni Comandanti non ammissibili sia sotto il profilo squisitamente formale e giuridico sia, soprattutto, sotto l’aspetto dell’effettiva lotta alla diffusione del Covid, direttrice principale che dovrebbe ispirare e guidare ciascuno in questo periodo storico, a maggior ragione chi è investito di carica dirigenziale.
 
Per tali ragioni, abbiamo scritto una lettera al Capo di Stato Maggiore dell'Aeronautica dove chiediamo con forza una verifica urgente presso i Reparti dell’A.M. circa:
  • l’avvenuta mappatura delle attività che possono essere svolte in smart working;
  • il rispetto delle percentuali minime da assicurare (almeno il 50% delle unità mappate);
  • l’utilizzo della flessibilità oraria, strumento che consente di ridurre drasticamente il numero dei fruitori della mensa di servizio e delle situazioni di assembramento al chiuso.
Nel contempo, abbiamo chiesto:
  • l’inserimento, tra le unità mappate, di ulteriori aliquote di personale adibito a mansioni di supporto all’attività operativa, tecnica e logistica (cd. attività “manuali”) che, seppur impossibilitato a svolgere in modalità agile gli ordinari compiti in quanto assolvibili solo in presenza, può essere utilmente impiegato in attività di formazione a distanza o, comunque, di studio e approfondimento di direttive/manuali tecnici, ecc. mediante l’affidamento di specifici progetti didattici a cura del rispettivo Capo Articolazione;
  • laddove possibile, organizzare l’attività lavorativa in “squadre” omogenee che si alternano con cadenza settimanale o quindicinale.
Il SIAM, come sempre, è molto attento ai temi riferiti alla tutela del personale in particolar modo proprio in questo momento storico delicato dove le problematiche personali sono purtroppo enfatizzate ed amplificate dallo stato emergenziale in atto e troviamo incredibilmente irrispettoso e fuori luogo il comportamento di taluni reparti che utilizzano risorse ed energie per ostacolare il personale piuttosto che agevolarlo in una fase come questa.
 
Seppur riconoscendo che solo alcuni Reparti abbiano eseguito correttamente le indicazioni del Governo, tuttavia rimaniamo dell'opinione che tale virtuoso comportamento debba essere uniforme per tutti e su questo ultimo aspetto è innegabile una piena responsabilità del 1°Reparto dello Stato Maggiore Aeronautica che tarda o talvolta latita nell'emanare chiare disposizioni applicative ai Reparti.
 
Siamo certi che solo un utilizzo esteso dello smart working possa soddisfare efficacemente sia le esigenze operative, in quanto consente di disporre di personale intercambiabile senza soluzione di continuità, che le legittime aspettative del personale, con particolare riguardo al militare-genitore, che vedrebbe l’amministrazione non come un’entità “estranea” ma attenta alle esigenze delle proprie “risorse umane”.

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